Tante suggestioni accompagnano il personaggio in un percorso musicale di emozioni e immagini.
Tra le opere usate: La Carmen, La Norma, Il Don Giovanni, Ariodante (dopo notte funesta) Delibes Lakmé, O sole mio ….. Ma anche tante altre sorprese!
Aria di sogni non vuole “raccontare” le arie, ma intende evocare delle immagini ed emozioni liberamente, lasciando però un piccolo seme di confidenza e simpatia per un genere poco ascoltato e relegato agli adulti, e a pochi di questi.
La scelta registica mette in primo piano il corpo dell’animatrice nella realizzazione delle scene, e il rapporto intimo con quanto anima, in un segreto conosciuto solo a chi fa questo lavoro di “dar vita” agli oggetti, ovvero il ribaltamento di quanto creduto: è l’oggetto, il puppet che conduce il suo “creatore”, l’animatore!
Atmosfere di sogno, per tentare quel dialogo invisibile universale, che solo la fantasia e gli affetti dettano. Sicuramente una proposta inconsueta, ma la sfida è di scegliere un genere, la lirica, che si nutre della parola, per raccontare invece con un linguaggio preverbale le atmosfere sottese e ben più reali delle parole.